Vorrei un giorno a rovescio. Che cominci la sera. Che la notte fosse primo pomeriggio per i fornai, che il pane appena sfornato vedesse il tramonto e non solo l’alba.
Vorrei un giorno dove si cena la mattina e si fa colazione alla sera.
Vorrei un giorno in cui le persone timide dimesse e soggiogate potessero dimostrare quanto valgono più delle persone che oggi sembrano contare o apparire. Persone che imperano comandano gestiscono e soggiogano.
Vorrei un giorno in cui l’ignoranza, l’ncompetenza, la non conoscenza, l’arroganza non avessero la meglio sulle opinioni sui gesti e sulle azioni.
Vorrei un giorno in un mondo dove a dirigere l’orchestra del nostro futuro ci fosse un sistema sano, un’ideologia pulita, decisa e lontana dai piu scafati, i più sfrontatamente dialettici, i più presuntuosi.
Che sia storia quella che viviamo e non presunzione di non vivere o rivivere il già vissuto o il fu passato o sognare di vivere quello che ancora non è nelle corde del nostro imminente futuro.
Vorrei un giorno a rovescio che duri quel tanto che basta a farci capire che qualcosa va cambiato.
Il capo della matassa, poi si trova.
La manualità è una forma di spiritualità