Corre in pigiama per le strade di Pechino l’ultimo neurone.
Ma che ci fa lì? Eh niente, per capire occorre fare un passo indietro, di qualche ora.
Lemme lemme alle 7 e 19 di questa mattina l’ultimo neurone è sceso dal letto con tutte le buone intenzioni di essere educato oggi, rispettoso e attento. Silente soprattutto.
Ma proprio non ce l’ha fatta. Si è sentito in dovere di esprimere il proprio dissenso in una discussione accesa tra neuroni parassiti, neuroni appassiti e neuroni depressi.
Non entriamo nel dettaglio delle argomentazioni sostenute, sono irrilevanti al fine di comprenderne il senso. Sta di fatto che, verso sera, quando il neurone Gigio, grigio e bigio, si sta accingendo a pigiamizzare, giunge d’improvviso una chiamata cerebrale. In un lampo viene investito da un’ondata di neuroni imbizzarriti che per far valere le ragioni adotta sistemi ormai in disuso, ma qualche volta ancora socialmente utili, e con un calcio nel deretano immaginario spedisce Gigio in alto e lontano lontano, fino alla cinquantaduesima torre della Grande Muraglia.
E si sa, da lì a Pechino il passo è breve, si fa per dire.